Oxford Murders

03/05/2008

di A. de la Iglesia
con: J.ohn Hurt,Elijah Wood

Un emerito professore universitario di Logica e uno studente scoprono che alcuni delitti potrebbero essere stati perpetrati dallo stesso assassino. Ma la realtà è come sembra?
Ringraziamo il regista Alex de la Iglesia per aver affrontato un tema mai trattato prima da un’opera cinematografica. Intento nobilissimo, inficiato purtroppo da un risultato finale imbarazzante. Oxford Murders – Teorema di un delitto è costruito sui discorsi verbosi a sfondo logico-matematico del professor Seldom (povero John Hurt, com’è caduto in basso) e del giovane cervellone Martin (un Elijah Wood credibile quanto i Pooh che reinterpretano House Of The Risin’ Sun), che presto si trasformano in sproloqui che allo spettatore italiano non potranno non richiamare la “supercazzola” del conte Mascetti.

La cartella stampa definisce il misfatto di de la Iglesia “mystery thriller”, ma mancano elementi che inneschino la benché minima tensione: il film diviene avvincente solo quando la giunonica Lorna – e la scelta del nome non può non essere un omaggio alla pellicola di Russ Meyer e alla sua procace protagonista – si concede senza veli all’occhio indiscreto della macchina da presa (nel vedere le sequenze in cui Martin amoreggia con la bella infermiera i più maliziosi coglieranno rimandi forse non voluti dalla produzione al titolo del secondo episodio della saga diretta da Peter Jackson, di cui Elijah Wood era interprete principale: Il Signore degli Anelli – Le due torri). Complessivamente però le suddette scene non durano più di due minuti. Cosa dire di positivo dei restanti 108? It’s a mystery to me.

Voto: 4

Andrea Salacone